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Sessantino

Astr. Pratica

Sessanta millimetri d'obiettivo
di Lorenzo Trumino


Il rifrattore da sessanta millimetri - per gli amici "il sessantino" - è stato il mio primo telescopio, e per di più me lo son dovuto tenere per tutto il liceo! Diciamo pure che 60 mm sono decisamente pochi! E soprattutto, considerato il fatto che sono costruiti quasi esplicitamente per essere venduti a ragazzi e neofiti, la loro qualità non permette certo loro di funzionare ai limiti delle loro capacità teoriche. Cosa si può vedere con un sessantino appena acquistato, cioè con la sua montatura altazimutale e gli oculari Huygens da 6 e da 20 mm in dotazione?

Prestazioni e limiti

Diciamo subito che, se l'obiettivo solitamente non è il massimo, questi due oculari lo penalizzano ulteriormente. Le focali sarebbero azzeccate (35x e 117x se il telescopio è un 60/700), ma lo schema ottico lascia molto a desiderare. A voler essere clementi potremmo dire però che l'oculare da 20mm è accettabile, e che il suo unico limite è quello di avere un campo di vista molto molto piccolo.


Puntato sulla Luna a 35x, il sessantino non fa per nulla brutta figura; le principali formazioni si seguono senza problema. Passando a 117x, il numero di dettagli cresce, l'immagine si scurisce, e la qualità rimane ancora discreta: a questo punto è la montatura che pone evidentissimi limiti. Primo fra tutti la necessità di frequenti correzioni su entrambi gli assi di movimento, ed in secondo luogo il generale traballamento dell'immagine. A volte conviene reingrassare gli assi e stringere qualche vite.
La luna è anche un ottimo banco di prova per le fotografie. Al fuoco diretto essa presenta un diametro di 7 mm sul negativo, e pertanto risulta accettabile; anche in proiezione col 20mm l'immagine sarebbe accettabile, se si potesse contare su una montatura più robusta: con una pellicola abbastanza sensibile, però, qualche scatto riesce ugualmente.

I pianeti risultano invece puramente "didattici", nel senso che non è possibile effettuare del lavoro utile su di essi, anche se è possibile acquisire familiarità con le loro forme. Giove, ad esempio, a 117x, ma con oculare con schema ortoscopico, mostra due bande quasi sempre, ed in serate particolarmente buone, anche una terza. I satelliti medicei non mancano mai. Saturno, dal canto suo, mostra bene il sistema di anelli ed il satellite Titano. Venere è molto luminosa, e, oltre alla fase - di cui, di tanto in tanto, si colgono lievi irregolarità - si nota un effetto "arcobaleno" dovuto all'aberrazione cromatica congiunta di obiettivo e oculare.


Marte e Mercurio, purtroppo, bisogna scordarseli: il primo rimane un pallino rossastro, e il secondo una Venere in miniatura senza altri dettagli. Infine è possibile riconoscere la natura planetaria di Urano e di Nettuno. In questi casi, di fotografie neanche a parlarne, se non dei tentativi al fuoco diretto per riprendere il quadretto di Giove e i suoi satelliti, o, al limite, la brillante Venere in proiezione.

Il Sole è un altro astro che è possibile osservare discretamente. Con un filtro da anteporre all'obiettivo (personalmente ne ho fatto costruire uno in Astrosolar) è possibile ottenere ottime fotografie del disco intero con le macchie (in proiezione dal 20 mm); inoltre la focale di 700 mm si rivela ideale per riprendere al fuoco diretto le eclissi di sole senza rimpiangere assolutamente nulla.

Di sicuro degli oculari ortoscopici da 6, 9 e 12.5mm, aggiunti al preesistente Huygens da 20mm, potrebbero formare il corredo ideale per sfruttare al massimo questo strumento. In particolare il 12.5 fornisce prestazioni interessanti anche sugli oggetti più luminosi del "profondo cielo" come M13, M57, M27, M31, M42.

Possibili migliorie

Personalmente ho effettuato i seguenti lavori sul mio vecchio sessantino.

Sostituzione della montatura. Al posto della traballante altazimutale, ho comprato la più piccola equatoriale in commercio (per intenderci, quella fornita con il Celestron 80 a largo campo): il miglioramento è stato notevole, questa piccola montatura sembra fatta apposta per questa categoria di strumenti. Inoltre l'inseguimento si riduce ad un solo asse.

Sostituzione del focheggiatore. Il focheggiatore di serie ha due difetti: è troppo corto ed obbliga ad usare il prisma sempre, ed inoltre è piuttosto traballante. Per questo, aiutato da un amico, ho realizzato al tornio un focheggiatore in PVC, una plastica notevolmente resistente e leggera. Anche in questo caso il miglioramento è stato decisamente alto, anche perchè ho optato per un diametro da 31.8mm anziche da 24.5mm, per evitare la evidente vignettatura che provoca quest'utlimo diametro al fuoco diretto.


60/700; 1/30 sec, su Kodak Gold 400, proiez. da OR 9.

Vi chiederete se vale la pena di modificare uno strumento nato specificamente per offrire "poco"? Nel mio caso si è trattato di fare di necessità virtù: con le modifiche eseguite il mio standard qualitativo ha fatto un balzo in avanti, e ho potuto raggiungere i suoi limiti, come testimonia la foto alla Luna effettuata ad 1/30 di secondo in proiezione da oculare OR 9 (da 24.5 mm di diametro) su diapositiva Kodak Gold 400. Inoltre una certa componente affettiva mi ha dato un ulteriore impulso. Adesso mi ritrovo un telescopietto piccolo, leggero e fruibile che posso mettere nello zaino e portarmi appresso "per ogni emergenza"!


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