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Messier Marathon 2000
Testo di Giancarlo Forno
Il weekend a cavallo tra Marzo ed Aprile è favorevole per affrontare la “Messier Marathon”: decidiamo di andare sul Monte Malanotte (Prato Nevoso – Cuneo) a 1741 m s.l.m. per avere un orizzonte quasi a 360°, e soprattutto un’ottima visibilità ad Est ed Ovest, condizione indispensabile per poter catturare gli oggetti più difficili subito dopo il tramonto e prima dell’alba.
Venerdì 31 Marzo
Franco Caruso e Marco Prunotto su un’auto e Paolo Casavecchia con Frabrizio Mina su un’altra, precedono Chiara Gambacurta ed il sottoscritto all’albergo di Miroglio dove dormiremo. Arriviamo verso le 18.15 sotto un acquazzone come non se ne vedevano da tempo!! Paolo e Fabrizio, dopo l’aperitivo, risalgono in auto e tornano a Torino. Franco e Marco si fermano a cena, poi, prima di tornare a casa, salgono fino al Malanotte per vedere la situazione. Su nevica, ci fanno sapere al cellulare. Chiara ed io abbiamo deciso di rimanere: possiamo dormire tranquilli.
Sabato 1 Aprile
Sono quasi dieci i centimetri di neve caduti nella notte ad Artesina e Prato Nevoso! La giornata rimane sul variabile fino a sera, quando verso le 19, il cielo si libera completamente. Nel pomeriggio ci hanno raggiunto Marco Sponga ed un suo amico e, mentre siamo in pizzeria arrivano Luca Pistilli con l’amico giapponese Yuki Yamamoto ed il figlio Cristian.
Finita la pizza andiamo tutti sul Malanotte a piazzare i nostri strumenti. Io ho portato il rifrattore 102/1000 Vixen. L’inizio è un po’ concitato, il cielo è ancora chiaro e si puntano gli oggetti più luminosi. I primi da cercare sull’elenco sono M74 ed M77, ma sono inosservabili. Punto M42 che si vede a stento (ma non M43), difficile è centrare M31 che si vede a malapena, mentre delle compagne non c’è traccia. Cerco poi M52 ed M103 in Cassiopea, vedendoli senza problema, torno in seguito su M31, M32 ed M110. M32 era debolissima ma osservabile, qualche dubbio su M110. Un altro target molto difficile è stata M33. L’ho vista o non l’ho vista? Mentre scartabello cartine e insegue stelle, Luca mette a segno oggetti su oggetti con il suo telescopio computerizzato!!
Nel frattempo ci raggiunge Piero Bradley che abbaglia tutti con i fari della macchina: “Non mi aspettavo che foste già qui” è la sua scusa alle nostre rimostranze.
Dopo l’inizio un po’ titubante, ci prendo gusto e comincio a puntare un oggetto dietro l’altro. Monto sul 102 l’oculare da 40mm e non lo tolgo più per tutta la serata: con 25X e 2° di campo posso spostarmi tranquillamente di stella in stella ed avere più oggetti nell’oculare (vedi M81 – 82, M84 – 86, M95 – 96). Un po’ di difficoltà ce l’ho nella Vergine a causa dell’alto numero di galassie, ma il piccolo diametro aiuta a scremare gli oggetti.
Fa freddo, ma soprattutto è umido. Ripetutamente si appannano gli strumenti e gli oculari costringendoci a pause. Comunque, a parte i primi oggetti, la maratona non è una corsa contro il tempo, ma si può fare tranquillamente. Osservato tutto quello che c’era da osservare sopra l’orizzonte, bisogna attendere il sorgere dello Scorpione, del Sagittario e seguito, oltre al Cigno, Volpetta e Sagitta. Ofiuco è ancora molto basso, ma qualcosa si riesce a fare.
Ma qui iniziano i problemi. Arrivano nuvole da Nord-Ovest e inoltre siamo velocemente avvolti da una nebbia fredda e umida salita improvvisamente, che ci lascia poco scampo: dobbiamo smontare tutto. Siamo un po’ delusi dall’indegna conclusione, ma, viste le premesse, possiamo ritenerci fortunati. Luca ed i suoi amici scendono subito verso Torino, come anche Piero, mentre Chiara, il sottoscritto, Marco ed il suo amico andiamo a dormire a Miroglio. Ci svegliamo sotto un cielo grigio che lascia cadere qualche goccia di pioggia. Eh sì, tutto sommato siamo stati fortunati!
Bottino della serata: io ho osservato 76 oggetti (74 escludendo M33 ed M110, molto incerte), Luca 72, Chiara ne ha visti 34. Non ci sono pervenuti i risultati degli altri partecipanti.
Al prossimo anno “Messier Marathon”...