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11 agosto 1999
piccola storia di una grande eclisse
Testo di Pier Giuseppe Barbero
Beh, ci è andata bene, siamo stati proprio fortunati! Partiamo io, Paola, Giancarlo e Giacomo all’alba del 7 agosto e man mano che ci avviciniamo all’Austria il tempo diventa più nuvoloso e livido. Mancano però diversi giorni all’eclisse: “meglio il brutto tempo ora che allora” era il nostro mantra. Dopo un piacevole pernottamento nella bella Graz giungiamo in Ungheria. La nostra meta è la città di Pacs sulla riva ovest del Danubio, in piena centralità; l’idea è quella di toglierci dal prevedibile caos balneare del Balaton, la Rimini magiara. L’otto pomeriggio siamo così in vista del grande lago dalle acque lattigginose e pochissimo profonde. Passiamo da Balatofured, meta di altre spedizioni per l’eclisse ma proseguiamo oltre (e la scelta si rivelerà centrata). In serata giungiamo a Siofok; alberghi, stabilimenti balneari e miriadi di negozietti che, oltre alle solite magliette, vendono occhialini da eclisse di tutte le fogge, anche inseriti in una cartolina! La maggior parte se non tutti sono delle emerite porcherie realizzate con pellicola sovraesposta! (in qualche caso direi che hanno usato senza ritegno dell’alluminio alimentare…). Ma la cosa più simpatica l’ha tirata fuori la Telecom ungherese: una tessera telefonica dedicata all’eclisse in una bustina che presenta un foro delle dimensioni di un cento lire ricoperto di pellicola, insomma un monocolo per l’eclisse! Con qualche difficoltà troviamo alloggio (la maggior parte delle case private sono piene e comunque difficilmente affittano per una sola notte). Passeggiando per Siofok ci accorgiamo che la città è comunque piacevole e ragioniamo che tutto sommato non è il caso di percorrere ancora varie decine di chilometri per raggiungere Pacs; il tempo atmosferico sembra stabile, ci troviamo comunque sulla centralità e dunque perché non approfittare del lago e della città? Decidiamo dunque di fermarci e vedere l’evento da qui per poi proseguire per Budapest.
L’indomani lo trascorriamo interamente sul lago, pigramente stesi su un prato o sguazzanti nell’acqua bassa del Balaton, ammirando anche le notevoli bellezze magiare e non in costume da bagno. Il dieci il tempo cambia repentinamente, non per pioggia ma perché a causa del caldo afoso (oltre quaranta gradi!) il cielo si riempie di foschia e assume un aspetto lattigginoso, esattamente come le acque del lago, rendendo il Sole un disco abbacinante esteso almeno tre volte il suo diametro: a queste condizioni l’eclisse si vedrà comunque ma la corona sarà assolutamente invisibile! Piuttosto preoccupati andiamo a dormire. Domani è il GIORNO!
Alle sei mattutine mi sveglio e tendo l’orecchio: mi pare di udire una sorta di fruscio all’esterno, come di … pioggia sui tetti e sulle foglie degli alberi! Balzo in piedi e, accidenti sta davvero piovendo!!! Maledizione, siamo nel posto giusto il giorno giusto ma con il tempo sbagliato. Sono depresso. Vero è che non è la mia prima eclisse ma è pur sempre un evento grandioso e poi è l’eclisse europea! Inoltre è la prima per gli altri. Quando siamo tutti svegli discutiamo il da farsi. Siamo d’accordo che, in mancanza di dati certi sulle condizioni atmosferiche di zone limitrofe del territorio, è perfettamente inutile spostarsi non essendovi alcuna garanzia che le cose siano meglio altrove che qui. Restiamo dunque. Del resto una occhiata all’orizzonte ovest ci rassicura non poco poiché è chiaramente visibile del sereno laggiù. C’è da sperare che ci raggiunga in tempo e che soprattutto non sia semplicemente un intervallo fra perturbazioni. In effetti con il passare del tempo la linea di sereno si avvicina alla nostra posizione, bene. Si tratta di trovare ora una postazione.
Scartato il cortile della casa che ci ospita, peraltro molto ben esposto (anche alla curiosità dei proprietari e vicini di casa però!) Giancarlo e io facciamo un giro a piedi nei dintorni e scopriamo un campetto da calcio che è perfetto, in una zona che ci pare tranquilla e lontana dalla gente, ammassata lungo il Balaton a bere ettolitri di birra. Così ci piazziamo qui con telescopi, macchine fotografiche, binocoli e quant’altro. Nel frattempo il cielo sta raggiungendo una qualità insperata, con poche nubi ancora trascorrenti e un blu terso e limpido quale di solito si trova in montagna: merito della pioggia notturna, a questo punto molto gradita, anche per la temperatura scesa attorno ai 25 gradi! Verso Balatonfured invece sono chiaramente visibili delle foschie che infatti renderanno la visione da laggiù alquanto meno definita, penalizzando alcune spedizioni italiane che là hanno fatto base.
Emozione al primo contatto e poi l’attesa della TOTALITA'! E’ estremamente avvincente seguire il progredire del disco lunare sul Sole: pur sapendo con matematica certezza che l’eclisse avrà luogo provo sempre una certa apprensione, come se un qualche evento cosmico ancora più straordinario dovesse privarmi di questa attesa visione… Ma, nonostante i miei oscuri timori, la Luna percorre imperturbabile la sua orbita dirigendosi verso l’appuntamento con la nostra stella.
Mentre attendiamo, allietati dalle prugne che Giacomo ha scovato su un albero lì vicino, vediamo fermarsi un’auto della polizia magiara: scendono quattro poliziotti che stanno pattugliando la zona. Loro parlano solo ungherese, noi nonostante gli sforzi non abbiamo imparato altro che i primi dieci numeri (salvo Paola che li ha imparati sino al venti…), un po’ poco per imbastire una conversazione. Comunque risulta evidente cosa stiamo a fare lì e se ne vanno.
Mancano pochi minuti alla totalità: la livida luce che proviene dallo spicchio residuo di Sole rende il paesaggio surreale. Si alza il vento d’eclisse che fa stormire le foglie degli alberi circostanti. Infine l’anello di diamanti ed il secondo contatto! In un cielo cristallino compare la corona, ricchissima di filamenti , piuttosto simmetrica, e numerose protuberanze dal magnifico color rosso-fucsia, indimenticabile. Straordinaria quella che appare completamente distaccata dal disco solare. In cielo è visibilissima Venere a sud-est, Mercurio e cercando bene anche Sirio. Il cielo è piuttosto chiaro e l’intero orizzonte assume il colore di uno tramonto a 360 gradi.
Riprendo delle fotografie, anche se prima della partenza mi ero ripromesso di godermela del tutto visualmente.. del resto queste foto mi sono venute molto bene, a differenza di esperienze passate nelle quali avevo programmato decine di immagini, con risultato non all’altezza dell’impegno.
In piena totalità, lungo la strada, una tossicchiante Trabant arranca con i fari accesi, probabilmente domandandosi perché mai è già notte pur essendo passato da non molto mezzogiorno…
Poco prima della totalità sono ricomparsi i poliziotti, che hanno deciso di godersi lo spettacolo con noi. Osserviamo a occhio nudo, con il binocolo, con i telescopi… ce la godiamo veramente ma, infine, il tempo si compie e il secondo anello di diamanti annuncia la ricomparsa della luce…
A noi veramente sembrano passati pochi secondi ma in realtà il fenomeno è durato per i previsti due minuti e 21 secondi, circa. Seguiamo tutta la fase di uscita (in altre circostanze ho visto numerosi astrofili ritirare l’attrezzatura subito dopo il terzo contatto, ma l’eclisse dura sino al quarto contatto e vale la pena di godersi lo spettacolo sino all’ultimo) e poi, felici e finalmente rilassati, ci apprestiamo a fare i turisti per il resto della vacanza.