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Il bello di essere astrofili
(e qualche consiglio per le uscite)
Testo di Lorenzo Trumino
<< Stelle, pianeti, comete, orbite, forza di gravità, rifrazione, aberrazioni, lunghezza d'onda, fotoni, energia, quasar... >>
Ecco alcuni dei termini che chiunque si sia mai avvicinato all'astronomia avrà sicuramente sentito nominare o letto da qualche parte. Sostantivi piuttosto poco comuni, di difficile interpretazione, che diventano via via più complicati e spaventano chi si pone la domanda "cosa sono quei puntini luminosi lassù?". E' vero, l'astronomia è una scienza, e come tale richiede una serie di regole e formalismi che la rendano universale, dimostrabile e descrivibile. Innegabile il fascino di certi concetti come il Big Bang, le distorsioni spazio-temporali e i quasar, ammaliante lo studio delle complicate jeatstream gioviane, delle tempeste di polveri marziane o dell'evoluzione delle chiome delle comete... c'è da domandarsi se non sia un privilegio di pochi poter fare dell'astronomia un hobby.
Ma ogni cosa viene conquistata un po' alla volta, e non bisogna avere fretta di arrivare subito all'obiettivo finale. Il bello di essere astrofili è proprio questo: arrivare a comprendere cosa sono le galassie tra una battuta e l'altra scambiata con i soci (che molto spesso diventano amici) del Gruppo, imparare l'arte dell'astrofotografia scherzosamente tra i telescopi in una buia notte in montagna, discutere dell'anomalia di fase venusiana tra un piatto di tagliolini al cinghiale e l'altro in un rifugio alpino.
L'uscita del 23/24 febbraio 2001 ne è una dimostrazione. Seppur preparata senza un preciso ordine logico, venuta fuori un po' volutamente e un po' casualmente, è stata un brillante esempio di come sotto le stelle ci si possa divertire tutti quanti, da chi dispone di anni di esperienza a coloro che stanno provando a fare le prime fotografie con una normalissima macchina fotografica: in altre parole una bella dimostrazione di affiatamento anche tra persone molto diverse.
Foto di gruppo come i calciatori! In alto, da sinistra: Stefano, Chiara, Andrea, un rifrattore da 80 mm, Luca e Franco. In basso: Giancarlo, Lorenzo e Fabrizio. Se vi sporgete, potete intravvedere Piero e Claudio là dietro, da qualche parte, che armeggiano attorno agli altri strumenti...
Nota: non fatevi ingannare dal nastro adesivo, il telescopio non è rotto! Si tratta solo di un paraluce "artigianale" per evitare la formazione di condensa sulle lenti!
Diciamola pure tutta: la serata, dal punto di vista astronomico, è stata tutt'altro che bella. Vento e turbolenze hanno ridotto il seeing a valori molto bassi, tali da rendere impossibile l'utilizzo di alti ingrandimenti per separare le stelle doppie, o anche solo per guardare Giove e Saturno. Il fondo cielo, da parte sua, era piuttosto poco scuro e poco contrastato, ed alcuni cirri striavano qua e là il cielo con lattiginose chiazze chiare: anche le osservazioni deep-sky non hanno giovato delle migliori condizioni d'osservabilità.
Il comfort della notte
Ed ora qualche consiglio rivolto a coloro i quali vorranno provare per la prima volta l'emozione di un uscita astronomica!
Un uomo, un telescopio, un perchè: Fabrizio scopre che si possono puntare anche le stelle, oltre che le case vicine...Immaginate di dover passare tutta la notte ad osservare le stelle (ovvero, come abbiamo visto, a ridere, scherzare e divertirsi con gli amici per qualche ora!). Cosa vi portereste dietro?
La prima cosa da portare è sicuramente una sedia, o in ogni caso un qualunque tipo di supporto sul quale giacere in posizione assisa, per non dover cercare un masso o una pietra (freddi!) su cui sedersi, o - peggio ancora! - doversi appollaiare per terra! A seconda di quanto spazio vi avanza in macchina, potrete scegliere una dondolo da giardino con finte palme incorporate, una normalissima sdraio prendi-sole (poco utile da questo ultimo punto di vista...), una semplice sedia pieghevole o un banale sgabello di legno: a vostro gusto.
Altro accessorio molto utile è un tavolino da campeggio, in semplice plastica, leggero e trasportabile. Anzichè appoggiare l'attrezzatura a terra, per quanto poca ne abbiate, è sempre auspicabile non rischiare di calpestarla... se siete in tanti, potete portarne uno ogni due-tre persone.
Segnaliamo un fenomeno molto curioso. Verso le quattro di notte, a seconda della vostra età, del vostro metabolismo, e della vostra psiche, potreste essere assaliti da un'irrefrenabile fame: portatevi della cioccolata, o un panino o anche solo un thermos di té caldo (sconsigliati alcolici per evitare di sdoppiare qualunque stella si inquadri), per non essere costretti a replicare ciò che accadde nel famoso e discusso film "Alive" (anche tenedo conto che le vittime potrebbero essere ancora vive)...
Infine una sola considerazione sul tempo durante il quale si osserva: di solito è notte. Portate delle torcie elettriche e delle batterie di ricambio...
Il Freddo
In montagna, si sa, fa sempre più fresco, poichè è maggiore la distanza dalle pianure che di giorno assorbono calore e di notte lo rilasciano: infatti è proprio di notte che questo è più vero che mai. Il fotografo fotografato (http://utenti.tripod.it/gymnadenia)Anche d'estate, a 2000 metri d'altitudine è possibile a volte raggiungere e scendere al di sotto degli zero gradi; se in più consideriamo che durante l'osservazione si resta fermi per molto tempo, diventa importante una copertura adeguata.
La soluzione generale è quella di trasformarsi in cipolla... nel senso di vestirsi a strati! Possiamo riassumere quindi:
1. Primo strato: oltre i consueti ammennicoli occorrono un paio di calze leggere ed una canotta di lana o di cotone pesante.
2. Secondo strato: una calzamaglia oppure una calda tuta da ginnastica in flanella.
3. Terzo strato: camicia pesante o maglia di lana sopra, calze di lana spessa (o da alpinismo su ghiacciaio) sotto.
4. Quarto strato: pile, o maglione a collo alto sopra, pantaloni di lana o velluto sotto.
5. Quinto strato: tuta da sci o comunque calda ed a tenuta d'aria (in goretex o comunque giacca a vento).
6. Importantissime le scarpe: molti scelgono il classico moonboot che isola molto bene dal freddo del terreno, comunque devono essere le più calde e isolanti possibile. I piedi stanno fermi, ed è da lì che il freddo sale...
A ciò bisogna aggiungere alcuni accessori:
1. Un paio di guanti spessi ma non troppo per poter manovrare le vitine del telescopio, (io trovo ottimi quelli che lasciano le punta delle dita scoperte, ma che hanno la moffola "decapottabile" per coprirle!).
2. Un berretto con paraorecchie oppure un passamontagna per l'inverno; in alternativa la fascia copriorecchie (quella che si usa per andare a sciare), poichè il vento può essere molto, molto insidioso.
3. Una sciarpa o un collare di pile sempre a portata di mano.
4. Del burrocacao per le labbra.
Ovviamente, gli strati possono essere ridotti o aumentati a piacimento conformemente alla temperatura ambientale ed alla propria sensibilità al freddo; ad esempio in inverno dovranno probabilmente essere vestiti tutti e 6, mentre in estate il quarto strato può essere sicuramente saltato. La foto di Marco, il freddoloso esecutore della maggior parte delle fotografie delle uscite, ben riassume quanto appena esposto...